Il Sito del Battesimo di Gesù

Betania oltre il Giordano

Un luogo perduto

Dopo il periodo di fioritura del sito del Battesimo di Gesù, il suo destino subì un’involuzione tragica, dovuta alla crescente instabilità politica e naturale che scosse la regione nei secoli successivi. Quando i cristiani persero il controllo della Terra Santa, il sito divenne un luogo sempre più difficile da raggiungere e da proteggere. L’arrivo di nuove potenze, l’instabilità delle dinastie e l’epoca delle invasioni portarono un lento ma inesorabile oblio su questo punto nevralgico della cristianità.

Le ferite della storia: terremoti, inondazioni e invasioni

A complicare ulteriormente la situazione furono le catastrofi naturali. La zona del Giordano, sempre vulnerabile a terremoti devastanti e alle alluvioni del fiume, subì ripetuti danni. Questi eventi naturali distrussero le chiese e i luoghi di culto che erano stati costruiti nei secoli precedenti, lasciando pochi segni tangibili di quanto un tempo era un centro di pellegrinaggio fiorente.

I terremoti, infatti, scossero le fondamenta di molte strutture che sorreggevano il sito, come la chiesa di Teodosio costruita nell’anno 530 d.C. durante il regno dell’imperatore Anastasio. Queste scosse non solo abbatterono le mura di pietra, ma resero difficile anche il ritorno dei fedeli. Le inondazioni del Giordano, che periodicamente si ingrossava durante le stagioni delle piogge, coprivano e danneggiavano le chiese e i monasteri, contribuendo al progressivo abbandono del sito. Le acque del fiume, un tempo simbolo di purificazione, divennero, nel corso dei secoli, un pericolo da cui scappare.

La tradizione dei pellegrini e le loro testimonianze

Nonostante il declino materiale, la memoria del sito del Battesimo non fu completamente perduta. La tradizione orale, tramandata tra le tribù beduine locali, custodiva la conoscenza di un luogo sacro che, anche se sepolto dalla polvere della storia, rimase tramandata tra coloro che vivevano nei pressi del Giordano. Ma non fu solo la tradizione orale a mantenere viva la memoria del sito. I pellegrini, che continuavano a viaggiare verso la Terra Santa, descrivevano nei loro resoconti le rovine e i segni del passato, tracciando il cammino verso quello che ritenevano essere il luogo dove Gesù si era fatto battezzare.

Le testimonianze dei pellegrini furono fondamentali per preservare il ricordo del sito. A partire dal VI secolo, alcuni di loro scrissero dettagliati resoconti dei luoghi che visitarono. Teodosio, uno dei primi pellegrini documentati, nel 530 d.C. descrisse una chiesa costruita dall’imperatore Anastasio, un edificio che sarebbe stato distrutto dai terremoti ma che avrebbe lasciato tracce riconoscibili. Nel 570 d.C., Antonino di Piacenza scrisse di scalini in marmo che conducevano giù verso il fiume Giordano, una descrizione che, seppur frammentaria, sarebbe stata confermata secoli dopo dagli archeologi che, durante le scoperte moderne, trovarono effettivamente questi scalini nascosti sotto strati di terra e sabbia.

Arculfo, pellegrino che visitò la regione nel 670 d.C., parlava di una piccola chiesa sospesa sopra il Giordano su volte di pietra, confermata dai successivi scavi archeologici che restituirono i resti dei pilastri di questa struttura, testimoniando la magnificenza di ciò che fu il sito. Più tardi, nel periodo dell’VIII secolo, Epifanio e l’Abate Daniele menzionavano la presenza di chiese e cappelle sorte nel luogo esatto del Battesimo di Gesù, un’ulteriore conferma che il sito rimase un importante punto di riferimento per la cristianità, nonostante le difficoltà del tempo.

La graduale scomparsa del Sito

Con il passare dei secoli e l’avanzare delle guerre, delle invasioni e dei cambiamenti geopolitici, il sito del Battesimo di Gesù fu progressivamente nascosto dalle sabbie del deserto. Le strutture che erano state erette sopra le acque del Giordano, simbolo di purificazione e di rinascita spirituale, divennero sempre più difficili da localizzare con certezza. Le incursioni arabe, le guerre tra i Crociati e gli altri conflitti che segnarono la regione fecero cadere nel dimenticatoio molte delle testimonianze fisiche del passato.

Le chiese furono sepolte, le tracce dei pellegrini svanirono, e il sito che una volta era stato meta di numerosi viaggiatori cristiani divenne un luogo dimenticato, custodito solo nel cuore dei beduini che ancora ne tramandavano la memoria in modo orale e conservavano storie tramandate di generazione in generazione. Essi indicavano un’area chiamata “Al-Maghtas”, che significa “il luogo dell’immersione”.